Pubblica  Argomenti per le politiche pubbliche
6. Raccomandazioni
Per i destinatari dell'iniziativa, il consiglio evidentemente non è quello di tenersi lontani dalla consultazione pubblica avviata dal Miur, ma di partecipare, leggendo attentamente le domande e le risposte.
Per quanto riguarda i promotori, nella presentazione si legge:

”Al termine della consultazione, i contributi ricevuti saranno pubblicati, in forma anonima, sul sito istituzionale del
MIUR. Il Ministero elaborerà anche un documento riepilogativo che sarà oggetto di pubblicazione”.

Questo impegno non basta.
Quando sono avviati progetti di questo genere, è auspicabile la designazione di responsabili scientifici, identificabili per nome, cognome, curriculum. 
Per quanto riguarda la presentazione dei risultati, è un elementare dovere restituire a chi ha partecipato e a tutti gli interessati un rapporto metodologicamente affidabile. Dati i problemi che abbiamo evidenziato, non si tratta di un’impresa facile. Per contenere gli errori, andrebbero rispettate alcune condizioni.

  • Informazione circa le critiche
Nello stesso sito in cui saranno pubblicati i risultati, per trasparenza occorrerebbe dare conto del dibattito che è avvenuto sul web e sulla stampa circa l’impostazione della consultazione. Non si tratta di riprendere gli articoli pro o contro il cosiddetto valore legale dei titoli di studio, ma di rinviare agli interventi che hanno avanzato critiche di tipo metodologico. L’obiettivo è permettere di capire quali significati si possono legittimamente attribuire alla consultazione, e quali no.

  • Disponibilità dei dati
Sarebbe utile mettere i microdati a disposizione della comunità scientifica in un formato importabile dai più diffusi software, ovviamente dopo aver reso assolutamente non identificabili gli individui.
I dati devono essere completi, e pertanto comprensivi sia delle risposte chiuse, sia di quelle fornite attraverso l’inserimento di testi, in modo da essere utilizzabili per analisi sia quantitative, sia qualitative.
Le pagine MIUR dovrebbero indicare chiaramente sia le procedure per ottenere i dati, sia quelle per caricare eventuali analisi ‘non governative’.

  • Disponibilità delle analisi
I risultati di queste analisi ‘non governative’, dopo una prima verifica della loro qualità, dovrebbero essere accessibili a tutti, a partire dalle stesse pagine istituzionali MIUR.
La molteplicità delle analisi è l’unica garanzia per contenere la diffusione di conclusioni infondate sul piano metodologico.

  • Follow up
Dato il mancato raccordo tra i contenuti della consultazione e la policy per l’accreditamento dei corsi di studio, attualmente in fase di implementazione, e dati i limiti metodologici del questionario, è arduo immaginare un collegamento diretto tra
- esiti della consultazione
- proposte al Consiglio dei Ministri
- provvedimenti del Ministero.
Ma, qualora questa connessione venisse addotta, per trasparenza occorrerebbe precisare a quali risultati esattamente si fa riferimento.

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Gloria Regonini
è docente
all'Università
degli Studi
di Milano. Qui
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